L’importanza di un seme

Getta un seme e la terra ti porgerà un fiore.”
(Khalil Gibran)

Ma perché è così importante un seme?

In natura, il loro unico anno di vita si conclude quasi sempre con la produzione di fiori e semi. Una volta concluso il processo la pianta madre può morire, la vita è passata nel seme e da questa nuova residenza invernale potrà rinascere in primavera.

Il seme rappresenta la struttura fondamentale per la propagazione: contiene una pianta allo stadio embrionale, circondata da elementi morfologici adatti alla sua protezione: utili nel caso di circostanze difficili e per assicurarne la crescita in ambiente favorevole. (fonte Wikipedia)

Nel seme la pianta madre ripone il proprio futuro, le proprie speranze.

Ma partiamo dal principio, come si comporta il seme durante la sua vita?

Semi di fiordaliso pronti per essere seminati

Eccoli piantati ora bisogna bagnarli

Con il calore del sole spuntano le prime piantine

Eccole!!

Crescita di un seme

Tutti i fiori di domani sono nei semi di oggi.

  • Il seme va raccolto quando è maturo!

Non è una cosa scontata poiché, ahimè, i semi possono in molti casi maturare non simultaneamente rispetto al frutto. Ciò significa che quando noi raccogliamo i frutti già commestibili per la nostra alimentazione questi potrebbero racchiudere semi immaturi. Nell’orto il classico esempio è il fagiolino che viene raccolto per i nostri usi culinari ancora acerbo e contenete semi non ancora sviluppati. Vi sono anche altri esempi come la melanzana. Siamo abituati a raccoglierla piuttosto novella in quanto più morbida e con una polpa meno asciutta (cartonata) ma i semi contenuti in questi frutti non sono certo utilizzabili per la propagazione.

  • Il seme percepisce le stagioni

Ebbene sì, i semi sono vivi (anche se non sembra) e chiusi nel loro letargo percepiscono comunque moltissimi fattori esterni (incredibile rendersi conto che i semi possono vedere e sentire). Tutti i semi percepiscono e monitorano costantemente temperatura, luminosità, fotoperiodo (rapporto giorno/notte), umidità. Ogni specie resta in uno stato dormiente sino a quando non si sono verificati tutta una serie di eventi che inducano il seme stesso a germogliare. Molti semi, per esempio, non germogliano se prima non hanno annotato un periodo di freddo piuttosto intenso e continuativo che induce il seme a convincersi di aver passato l’inverno. Il fabbisogno di freddo è

fondamentale per molte specie differenti. Tenere i semi al caldo costante (20°C) di una casa non è mai buona abitudine.

È buona norma conservare i semi in vasetti di vetro in luogo protetto, asciutto, al riparo dalla luce solare diretta ma non nella più costante oscurità. In questo modo il seme non perde il conto dei giorni (il seme ha un calendario lo avresti mai detto? Ebbene sì).

  • tempo al tempo”

Non dobbiamo aver fretta di far germinare i semi in periodi differenti dal quale sono abituati. Spesso, in questo periodo, girovagando in vari gruppi Facebook riguardanti l’orticoltura, alcuni utenti postano immagini di semi germogliati e di nuove piantine molto esili e lunghe. Questo è il sintomo che si è seminato troppo presto. Le piantine sono nate comunque ma non trovando la luce e la lunghezza del giorno adeguata stanno disperatamente “filando”. Si stanno allungando nella disperata ricerca di luce che non troveranno poiché il periodo solare non è coretto. Queste piante periranno nell’arco di pochi giorni o settimane. Le poche che si salveranno saranno comunque destinate a rimanere deboli per tutta la vita poiché hanno bruciato troppa energia nei primi giorni di vita.

  • siamo noi ad aver bisogno dei semi e non sono i semi ad aver bisogno di noi.

Troppo spesso si vedono persone che curano i semi come se fossero balie. Ci sono alcuni che fanno pre-germinare i semi sui substrati più differenti. Dal cotone alle fibre di cocco, dalla gommapiuma a contenitori pieni d’acqua.

Diciamo subito che, per la maggior parte delle varietà coltivate, tutto ciò è inutile e, in alcuni casi, persino dannoso. La prima radichetta che si forma da un seme è una struttura complessa e molto delicata. Se, per esempio, facciamo germinare un seme su uno strato di cotone umido potrebbe capitare che la radichetta nasca correttamente e che (data la sua natura di radice) inizi da subito a scavare all’interno del cotone. A quel punto siamo fregati poiché il rischio di danneggiarla durante il trapianto raggiunge quasi la certezza matematica.
Lo stesso può valere per le germinazioni in acqua. La radichetta che si trova immersa in un liquido si adatta da subito a questo ambiente “facile” e, nel momento in cui la costringiamo a crescere nel terreno (un substrato totalmente differente, meno umido e più duro) le provochiamo uno stress immenso

Insomma, quel che voglio dire in questo post è che noi esseri umani non dobbiamo pretendere di costringere strutture così complesse e raffinate come i semi a seguire le nostre decisioni e scelte.

I semi si sono evoluti per milioni di anni secondo un processo di maturazione, dormienza e germinazione del tutto particolare e tipico. Un ciclo che dobbiamo inevitabilmente riconoscere e rispettare, proteggere e capire.

Solo così potremo avere i risultati sperati nel rispetto di cicli naturali ben più grandi di noi.

Ecco spiegata l’importanza di un seme nella nostra vita